Cento chilometri, otto tappe e quattordici paesini incastonati nel Parco Nazionale del Cilento. Questa è la tabella di marcia del Cammino di San Nilo che da Sapri giunge a Palinuro. Scoprilo con noi.
Quello che noi di Yes Cilento ti stiamo per presentare è un vero e proprio viaggio che dai monti si snoda verso il mare e attraversa due delle 7 Porte del Cilento: l’Area Bussento - Porta di Venere e l’Area Gelbison - Porta del Cielo. È un itinerario dove protagonista è l’interazione tra natura e uomo che convivono senza prevaricazioni. Ed ecco che con l’avanzare del percorso scorgerai degli incantevoli borghi-museo ricchi di storia e cultura, gran parte dell’epoca medievale. Inoltre replicherai quello che è stato il tragitto di un giovane aristocratico che, un po’ come San Francesco, si tolse i panni da nobile per prendere i voti e scegliere la vita da monaco. Il suo nome? Nilo, in onore di Nilo di Àncyra conosciuto meglio come il Sinaìta. Tu ne intraprenderai una parte, quella completa ha inizio dalla Calabria, precisamente da Rossano, per concludersi nel Lazio, dove si situa l’Abbazia del santo.
Il Cammino non presenta difficoltà importanti ma richiede un buon allenamento e abitudine al passeggio su un terreno talvolta sconnesso.
Come avrai avuto modo di capire, le tappe per replicare il sacro percorso del monaco iniziano nell’incantevole Sapri, facilmente raggiungibile con il treno grazie alla sua stazione ferroviaria molto battuta anche a livello nazionale. È possibile raggiungere la cittadina anche con autobus o con la macchina imboccando la Salerno – Reggio Calabria e poi la SS18 verso Sapri. La località è molto nota per la sua offerta balneare e il suo invidiabile lungomare pieno di chalet, localini e bar pronti a soddisfare le tue esigenze. Sapri è anche un importante scalo per raggiungere la limitrofa Maratea, in Basilicata.
Non perderti la scultura della Spigolatrice, un’opera di una «maestria impeccabile», come la qualificò il sindaco, nonostante fu oggetto di diverse polemiche per come era stata immortalata la figura femminile: parzialmente svestita e perciò, secondo i detrattori, volgare e offensiva.
La prima tappa per i pellegrini o i curiosi avventurieri del Cammino di San Nilo parte da Sapri per raggiungere San Fantino, nelle prossimità di Torraca. Da qui potrai attraversare il centro storico per poi seguire il torrente Brizzi e orientarti verso il sentiero conosciuto con il nome “Pisacane”. Sarai indirizzato con un’appropriata ed esaustiva segnaletica. Presta attenzione perché la tappa è impegnativa: si sale a oltre 600 metri dal livello del mare, senza possibilità di trovare sorgenti e con lunghi tratti al sole.
A San Fantino potrai anche trovare la Chiesa dedicata al monaco omonimo, maestro proprio di San Nilo. Questo è il luogo in cui vi sono anche conservati i resti del santo vissuto nel Mercùrion. Ed è la zona che possiamo considerare la seconda tappa del nostro percorso, al ridosso della baia di Sapri. Si tratta del momento più arduo, con un dislivello di oltre 800 metri. Una fatica che viene però compensata dall’immagine che ti catturerà gli occhi e ti farà perdere il fiato: un panorama naturale eccezionale come solo il Cilento può regalarti.
Il cammino può prendere una deviazione e proseguire per le bellissime “Cascate dei capelli di Venere”, in cui puoi concederti una meritata sosta e lasciarti accompagnare dal tenero fruscio dell’acqua fiumana. Il sito si trova nei pressi di Casaletto Spartano, comune di origine medievale.
Terza tappa: Casaletto Spartano che ti avvicina al paesino di Tortorella. È possibile visitare il bellissimo borgo e scendere verso il corso d’acqua che zampilla nei dintorni, il Rio Gerdenaso, affluente del Bussentino, e poi puoi inoltrarti nel bosco del Farneto, un’ambientazione da film fantasy, che nei periodi autunnali dà vita a numerose specie di funghi. Infine si raggiunge la piazza centrale di Morigerati passando per un ponte medievale ancora in perfette condizioni.
Puoi dire di essere arrivato a metà percorso una volta che raggiungi Caselle in Pittari che segna ufficialmente la quarta tappa. Passerai per l’Oasi del WWF, conosciuta anche come Oasi Grotte del Bussento: 607 ettari di splendore naturalistico. Il posto è incluso anche nella lista mondiale dei geoparchi. Istrici, gatti selvatici, lupi, rapaci di ogni genere sono gli ospiti principali. Nella zona famoso è anche “l’inghiottitoio del Bussento”, un fenomeno carsico unico nel Sud Italia. Insomma hai un mondo da vedere.
Dalla quarta alla quinta tappa sono 17,3 chilometri e da Caselle arrivi a Rofrano. Qui incrocerai il percorso che usualmente i pellegrini seguono per arrivare in cima al Monte Gelbison, o Monte Sacro per i cilentani, un massiccio dalla lunga storia di mistica e devozione. Se non gradisci deviare per raggiungere la cima della montagna, attraverserai il fitto bosco del Monte Centaurino per un dislivello di 1230 metri circa.
Si cammina e cammina per giungere a quella che è la sesta tappa di un viaggio che sembra presentare difficoltà comprensibili dal punto di vista fisico ma che è completamente ripagato dall’esperienza che stai vivendo. Altri 16 chilometri scarsi e arrivi a Montano Antilia attraversando il centro storico di Laurito, borgo cilentano immerso in un uliveto secolare. Le prime tracce di questo posto risalgono – pare – all’epoca longobarda. Di spiccato interesse è la Chiesa di San Filippo d’Agira, ornata da affreschi rinascimentali e da statue di santi.
Su, forza ci siamo quasi, non resta molto. La settima tappa del Cammino di San Nilo è un punto importante perché coincide con il monastero di San Nazario, luogo in cui il monaco fu accolto e tonsurato, ovvero fu iniziato alla vita chiericale. Dopo risalite, solo discese ardite. Un po’ di defaticamento dopo affannose scalate. Da Montano Antilia, tra gli uliveti l’itinerario non presenta ostacoli e ti ricongiunge nella zona della macchia. Ti troverai a un paio di centinaia di metri dal livello del mare, precisamente a Massicelle, luogo di buon patrimonio storico perché punto di ritrovo di membri vicini alle Carbonerie, unioni segrete a favore dell’unificazione dell’Italia sotto un unico Regno nel periodo immediatamente antecedente al 1861. Dall’Abbazia di Santa Cecilia sarai praticamente verso la fine del viaggio.
Ultimo sforzo. San Mauro la Bruca ti ricorda con orgoglio che hai raggiunto l’ottava tappa prevista dal tragitto ma non è ancora finita. Da qui raggiungere il Lambro è un gioco da ragazzi e potrai agilmente riconnetterti a Palinuro, la vera meta finale, con un percorso di 13,5 chilometri. È una passeggiata rilassante verso il mare cristallino e molto ambito di Palinuro e la mirabile costa, che simboleggia la speranza del pellegrino, dopo giorni di sacrificio sfibrante, di raggiungere la sua destinazione e riconciliarsi appagato con il mondo.
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