Se Tolkien avesse potuto assistere a uno spettacolo del genere, avrebbe aggiunto altri capitoli alla saga “Il Signore degli Anelli”. Parliamo della Cascata dei Capelli di Venere, scopriamola insieme.
Uno scenario a dir poco fantasy è quello che si manifesterà ai tuoi occhi una volta giunto a Zona Capello nei pressi di Casaletto Spartano. Si tratta di uno dei luoghi naturali più apprezzati del Cilento e di tutta la Campania e si trova all’interno della zona del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, più precisamente a Sud di quest’area conosciuta come Golfo di Policastro. La natura qui gioca con i Capelli di Venere: l’acqua del Rio Bussentino, affluente del Bussento, scorre sopra la pianta Capelvenere, la quale vive attaccata alla roccia.
Per un singolare deformamento del suolo e per la levigazione del corso, si sono create delle vere e proprie vasche naturali nel letto del torrente dove però è assolutamente vietato fare il bagno. Poco male: il clima comunque ti rigenererà nei periodi più torridi dell’anno grazie alla fitta vegetazione e all’umidità dovuta alla presenza d’acqua. Andiamo dunque a scoprire questa meraviglia delle 7 Porte del Cilento, che si trova nella Porta di Venere – Area Bussento.
Probabilmente ti starai chiedendo perché le cascate si chiamano “Capelli di Venere”. Il nome deriva dalla tipologia della pianta chiamata appunto “capelvenere” che può adornare qualsiasi arredamento sia all’esterno sia all’interno delle abitazioni. Questa duttilità è dovuta al suo aspetto unico che si adatta a qualsiasi sfondo ed è caratterizzata da foglie con tonalità di verde graziose, eleganti e mai aggressive. Inoltre si dice che possano sopportare ogni tipo di clima. “Capelvenere”, quindi, perché le foglie ricordano appunto i capelli di una dea. Anticamente esistevano diversi miti legati a questa pianta di cui però oggi si sono perse le tracce.
Per l’ingresso alla riserva naturale è previsto il pagamento di un ticket di 3 euro, facilmente reperibile all’infopoint. Con questo tagliandino sarai in grado visitare gran parte dell’Oasi, comprese le cascate e l’area pic-nic per una sosta-pranzo. Vi è anche uno spazio per i bambini e un bagno di servizio.
"Lasciate ogni pensiero o voi ch’entrate" è il motto fiero e gagliardo che deve scorrere nella tua testa una volta varcato il fatidico ingresso. Goditi la giornata, ferma gli orologi, osserva il panorama naturale che ti trovi davanti, ascolta il suono dell’acqua che sgorga dalle rocce, scegli un momento di meritato relax oppure dai sfogo a tutto il tuo animo esploratore e ricercatore grazie ai percorsi per il trekking o il bike-sharing che ti trasportano in uno scenario libero e selvaggio. Il sito presenta non solo una natura incontaminata ma anche un certo repertorio storico: un ponte antico di origine normanna attraversa due punti della cascata. Un’impronta dell’uomo quasi impercettibile, inghiottita dalle fitte e rigogliose infiorescenze e piante che circondano il vecchio passaggio.
Da qui puoi imboccare diversi itinerari tutti da scoprire da solo o in compagnia di altri turisti che ogni anno accorrono per osservare questo immenso prodigio naturale che è un fiore all’occhiello per tutto il Cilento. Tra le attrazioni potrai notare un vecchio mulino ad acqua in uso negli anni ’50, riportato agli antichi splendori, che è possibile visitare. Non da meno sono presenti nell’oasi anche dei ponti in legno, questi costruiti per raggiungere la cascata, oltre a quello di origine normanna che ti abbiamo detto prima.
In quest’ambientazione, in cui le tonalità del verde della vegetazione e del blu del cielo e del fiume ti ammaliano e ti distraggono dando vita a un gioco bicolore fantastico e immaginifico, il luogo si presta come sfondo di una carrellata di racconti e leggende.
Quella che ha preso maggiormente piede è quella secondo la quale la dea Venere, per darsi ristoro dal caldo e trovare finalmente un po’ di pace, decise di sostare in questa splendida oasi. Si dice che la divinità femminile amasse quel posto tanto da averne fatto il suo piccolo angolo di paradiso segreto. Adorava infatti adagiarsi su quell’erba tutta particolare, socchiudere beatamente gli occhi e contemplare il suono conciliante della natura. Un giorno, però, si trovò a passare casualmente un pastore con il suo gregge. L’uomo udì, non molto lontano dal suo tragitto, il richiamo persuasivo di una fanciulla che si deliziava a cantare e a ballare su un immenso prato di margherite bianche. Il guardiano delle pecore si avvicinò alla ragazza e ne rimase talmente folgorato che rimase a contemplare in silenzio la sua bellezza e se ne innamorò perdutamente.
La leggenda vuole che lui amasse tutto di lei: la sua voce, i suoi occhi ma soprattutto i suoi lunghi capelli biondi, di un colore dorato, degno di una divinità, che alla sua vista si presentavano morbidi come la seta. Nel pieno di una notte, preso da un’irrefrenabile pulsione di ottenere quei capelli, il pastore si avvicinò e ne tagliò un ciuffo. Seguì una reazione spropositata da parte della dea che, con la sua chioma trasformata in acqua, fece sprofondare il giovane in un momento. Ripresasi improvvisamente dalla rabbia, Venere tentò invano di salvarlo. In quell’istante ella comprese la gravità del suo gesto e intuì che l’amore che il povero pastore aveva avuto per lei era sincero. Per cercare di onorare la triste perdita, la divinità trasformò quell’ammasso d’acqua nelle splendide cascate che noi oggi conosciamo.
Sei curioso di conoscere questo posto ma non sai come arrivare? Noi di Yes Cilento ora te lo spieghiamo. Il tragitto, ti avvisiamo già, è molto semplice: basta percorrere la superstrada che dallo svincolo autostradale di Buonabitacolo ti porta a Caselle in Pittari. Prendendo quest’uscita dovrai percorrere la strada provinciale fino a Casaletto Spartano. Già qui sarai completamente circondato dal verde di pini, boschi e la flora caratteristica cilentana. Ma questo è solo un preambolo di ciò che ti sta attendendo. Seguendo le indicazioni stradali ben tracciate per la destinazione, giungereai con facilità all’Oasi Capelli di Venere.
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