Le Grotte di Pertosa e le altre Grotte Carsiche dei Monti Alburni: un viaggio alla scoperta di un incredibile mondo nascosto, dentro l’anima più antica e misteriosa della terra.
I Monti Alburni, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, custodiscono un tesoro nascosto: un affascinante mondo sotterraneo di grotte carsiche, scrigni di geologia, storia e bellezza.
Oltre ad esse, la fantasia della natura e la pazienza del tempo hanno creato cavità, inghiottitoi e doline, soprattutto sul lato occidentale.
Ecco perché questo massiccio montuoso rappresenta senza dubbio una delle principali aree carsiche della Campania, con centinaia di cavità e dei sistemi carsici che, in alcuni casi, si sviluppano per oltre quattro chilometri. Grotte che, modellate dall’azione millenaria dell’acqua sul calcare, offrono ai visitatori un’esperienza unica: un viaggio nel tempo e nella natura, alla scoperta di stalattiti e stalagmiti di forme e colori straordinari, fiumi sotterranei, resti fossili e reperti archeologici che raccontano la storia millenaria di questa terra.
Le Grotte di Pertosa-Auletta, situate tra i comuni omonimi, sono un complesso di cavità carsiche, costituito da tre rami, che si estende per circa 3 chilometri.
Questo spettacolo della natura presenta due unicità incredibili. Un fiume sotterraneo, il Negro, le attraversa creando un’atmosfera suggestiva e misteriosa. Esse sono le uniche grotte in Italia dove i visitatori possono navigare su un barcone lungo il fiume, ammirando le forme particolari di stalattiti e stalagmiti nate nell’arco di migliaia di anni, goccia dopo goccia.
Un’altra attrazione imperdibile, unica in Europa, è il “Villaggio Palafitticolo”, sito archeologico risalente al II millennio a.C.
Ti sveliamo due curiosità sulle Grotte di Pertosa-Auletta. Non molto tempo fa, una stalattite e una stalagmite, dopo 20mila anni, sono arrivate a toccarsi, tanto che i media hanno pubblicato l’immagine dell’attesissimo “bacio” fra queste due formazioni calcaree destinate a diventare una colonna.
Grazie al loro aspetto suggestivo, le grotte hanno ospitato per anni la rappresentazione teatrale “L’Inferno di Dante nelle Grotte” e, ad oggi, fanno da scenario allo spettacolo itinerante “Ulisse: il Viaggio nell’Ade” in una particolare forma di “speleoteatro in barca”.
Le Grotte di Castelcivita si sviluppano per circa 4800 metri, offrendo un percorso articolato tra cunicoli, gallerie e ampie sale. Sono uno dei complessi speleologici più estesi del Sud Italia, scavato nell’arco di millenni dall’erosione carsica che ha dato vita a scenari incredibili. Esse si snodano lungo un ramo principale da cui partono brevi diramazioni secondarie in vari punti.
Il complesso offre tre percorsi: uno turistico, uno fuori sentiero e un terzo dedicato ai soli speleologi. Oltre allo spettacolo dei suoi ambienti modellati con imponenti ed eccentriche formazioni calcaree, la grotta ha anche un’importanza archeologica notevole: è ricca di resti fossili da cui si deduce la presenza dell’uomo in questi luoghi circa quarantamila anni fa.
Sono conosciute anche come “Grotte del Diavolo”, “Grotte Principe di Piemonte” o “Grotte di Spartaco” perché si narra che qui il gladiatore si rifugiò dopo la sconfitta in battaglia contro l’esercito romano.
Al confine di Auletta con Polla, Petina e Corleto Monforte, in una foresta incantata, si trova la Grotta dell’Acqua. Percorrendo un viottolo costeggiato da una staccionata di legno, si entra in questo piccolo inghiottitoio carsico. La grotta deve il suo nome alla presenza di un piccolo torrente che scorre per un tratto nella montagna, per poi fuoriuscire dalla sua apertura e fluire parallelo al sentiero che porta alla cavità.
Situata nel comune di Fasanella, ai piedi di una parete rocciosa, la Grotta di San Michele Arcangelo è luogo di devozione sin dal Medioevo. Già nell’età preistorica era utilizzata come rifugio e pare che successivamente sia diventata un sito dove si praticava il culto delle acque in cui stalattiti e stalagmiti erano venerate come icone sacre.
La grotta si sviluppa per circa 300 metri e presenta un altare dedicato all’Arcangelo Michele, culto molto diffuso nell’Italia meridionale all’epoca dei Longobardi. Secondo la leggenda essa fu scoperta da Manfredo principe di Fasanella. Quando vi entrò, egli trovò un altare e riconobbe l’impronta delle ali dell’Arcangelo.
Oggi questo luogo appare come un capolavoro creato dalla collaborazione tra la fantasia della natura e l’arte dell’uomo. Oltre alla suggestione di stalattiti e stalagmiti, presenta un portale quattrocentesco decorato, un pozzo rivestito da ceramiche napoletane del XVII secolo, un organo, un altare seicentesco dedicato all’Immacolata e altre opere d’arte sacra.
La Grotta di Sant’Elia a Postiglione è una cavità carsica di circa 200 metri, raggiungibile tramite un sentiero che attraversa uno scenario naturale meraviglioso fra gole, piante secolari e panorami mozzafiato. L’ingresso alla grotta ti attende su uno dei “balconi” più suggestivi degli Alburni, da cui si scorge la Piana del Sele, la Costiera Amalfitana, il sottostante borgo di Postiglione e, nei giorni più tersi, Capri.
La grotta custodisce l’icona sacra del Santo e da secoli è importante meta di pellegrinaggio da parte degli abitanti dei paesi limitrofi.
Queste grotte rappresentano un patrimonio inestimabile dal punto di vista naturalistico, storico e archeologico. Un viaggio per conoscere tutto ciò che hanno da offrire è un’esperienza indimenticabile, un’occasione per esplorare la bellezza nascosta del Parco Nazionale e immergersi in un’atmosfera di mistero e suggestione. Per visitare questo mondo sotterraneo è importante equipaggiarsi in modo adeguato. Dato che ogni cavità carsica è diversa dall’altra, raccomandiamo di consultare i siti di riferimento per avere tutte le info necessarie anche riguardo a eventuali orari di visita e prenotazioni.
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