Solido e profondo. È definibile in questo modo l’amore di Ezio Martuscelli per la sua cara Centola. Classe 1940, gli anni non gli pesano e ogni giorno spende le sue energie per far conoscere ed esaltare la sua terra. Nato a Napoli, Martuscelli ha ereditato l’amore per questo borgo dal padre: «Mio padre era originario di Centola, basso Cilento. Era ingegnere ma allo stesso tempo possedeva dei terreni. Ho una casa lì. Anche i miei figli e i miei nipoti vivono lì perché sentono esserci le loro radici ed origini». È considerato tra i maggiori esperti della storia delle tradizioni del Cilento. Ha trascorso la sua infanzia tra le colline di Centola e il mare di Palinuro.
Qualora volessi conoscere meglio il Cilento, mi potrebbe consigliare un itinerario? E per quale motivo lo consiglierebbe?
Alento (Prignano) - Omignano - Monte Stella - Sessa Cilento - Lustra- Laureana Cilento - Perdifumo - Castellabate
L’itinerario parte dal comune di Prignano, nell’oasi del fiume Alento e, dopo una sosta, procede verso Omignano, la località da cui iniziare l’ascesa al Monte della Stella, il luogo di origine del Cilento. A Sessa Cilento e precisamente a San Mango, di notevole impatto, sono i resti della Chiesa di Santa Maria degli Eremiti con un campanile ancora intatto; nella frazione Valle, Palazzo Coppola, la sede della manifestazione “Segreti d’Autore”. Il percorso procede nel territorio di Lustra, dove nella frazione di Rocca Cilento si può ammirare il Castello, oggi ristrutturato, il centro politico e militare della Baronia del Cilento, feudo dei Sanseverino. Laureana Cilento e le sue frazioni hanno alcune chiese di particolare pregio. Nel comune di Perdifumo è da visitare il centro di Vatolla, la località famosa per la presenza di Giambattista Vico. Ci si avvia alla conclusione del viaggio ed è doveroso passare per Castellabate, dove c’è un importante centro storico con castello, da cui scendere sulla costa e ammirare Punta Licosa e Santa Maria di Castellabate.
Il luogo del Cilento che più mi sta a cuore è Velia. Qui è nata la scuola eleatica con Parmenide e Zenone. Essa ha dato origine al pensiero filosofico occidentale. Ritengo che Velia, antichissima città della Magna Grecia fondata da quei coloni che qui piantarono l’ulivo (che si può ammirare ancora oggi), rappresenti una chiara testimonianza del forte legame che unisce questo territorio alle sue profonde e nobili radici.
Si parla tanto di aree interne del Cilento e di rilancio dei borghi abbandonati, lei può indicare una soluzione percorribile?
Individuare forme di turismo non balneari finalizzate ad allungare la stagione delle visite in Cilento. Posso fare alcuni esempi.
a) Turismo della cultura e delle tradizioni;
b) Turismo legato agli eventi che scandiscono i cicli dell’agricoltura:
- la festa di inizio estate (mietitura e trebbiatura del grano)
- la festa di fine estate (la vendemmia)
- la festa di inizio inverno (la raccolta e la premitura delle olive, la preparazione dell’olio, la festa delle castagne e la loro degustazione in piazza attorno ai falò e nei trappeti)
Qual è il suo impegno per il Cilento? A cosa sta lavorando o progettando per far conoscere meglio il territorio?
Il mio impegno per il Cilento è incentrato su iniziative di conservazione e di valorizzazione del ricco e diversificato patrimonio di questo territorio. Esso è costituito da un’inestimabile ricchezza naturalistica, archeologica e culturale ereditata dai nostri antenati. I nostri usi, costumi e tradizioni, testimoniati dalla vita di chi ci ha preceduti, sono tesori preziosi che da cilentano sento il dovere di custodire, testimoniare e tramandare alle future generazioni.
Posso suggerire un paio di testi:
1. “Del Cilento e del suo Genius Loci” - Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento (Pasquale Martucci, SUSIL Edizioni 2023)
2. “Cilento Terra Matrigna emigrazione, spopolamento, diaspora dei giovani- Atti del Convegno” a cura di Ezio Martuscelli, AA.VV. edito dall’Associazione storico-culturale “Progetto Centola” e dal gruppo “Mingardo/Lambro /Cultura”, (2022)
Accanto alla brocca d’acqua, a tavola non deve mai mancare la verdura di stagione, condita con olio extravergine di oliva del Cilento. La verdura deve essere fresca e il più possibile coltivata a km0. L’olio EVO va aggiunto a crudo. In giornata andrebbe consumato almeno un frutto. Durante il pasto alla verdura condita vanno aggiunti, a rotazione, pane, pasta o patate a cui vanno affiancati legumi, pesce azzurro, uova, formaggi. Meno spazio a carni rosse e bianche.
Il cibo, in Cilento, è tradizione, è legame con le radici e identità. Il ricordo “della nonna” si lega a tanti pranzi e a tanti piatti. In casa c’era sempre il rumore tipico del “ferro” sullo spianatoio di legno per fare i fusilli. Ma c’è un’altra ricetta della nonna legata ai momenti in famiglia e al Natale, per questo motivo assai cara: quella degli “scauratielli”, impasto bollente lavorato sul marmo, fritto in un ampio e profondo tegame di ferro posto direttamente sul fuoco del camino. Tra le tante ricette tramandatemi, questi ultimi, gli scauratielli, dolci antichissimi che i Greci portarono sulle nostre coste e che, con la loro forma ancestrale, collegano l’inizio e la fine in un circolo perenne. Sono la mia preziosa ricetta della nonna.
In un mondo in cui il mercato alimentare è inquinato dal cibo-spazzatura, che valore assume la Dieta Mediterranea con i suoi benefici?
In tutto il mondo è diffuso l’identico e sbagliato modo di mangiare che non serve a nutrirsi ma a sopravvivere. I cibi ultra processati sono l’esatto opposto di quanto prevede la Dieta Mediterranea. Essa è nutrimento sano e ciò è fuori dubbio. Si tratta, però, anche di difesa del territorio. La Dieta Mediterranea custodisce e preserva frutti, ortaggi, grani antichi, millenarie tecniche di pesca, lavorazioni dei cibi. Tutto ciò è difesa di un patrimonio naturale ed anche agricolo, che è unico e irripetibile, fatto di materie prime, di lavorazioni, tradizioni, usanze, cultura, identità di un popolo.
Può raccontarci quali sono i miti e i riti che fanno del Cilento una terra unica e non del tutto scoperta?
Nel Cilento e nella Lucania Occidentale i Santuari Mariani extra Urbani svolgono una funzione rilevante nell’accogliere le corrispondenze simboliche e archetipiche delle consuetudini ataviche del popolo che abita queste antiche terre. Vengono denominati (con alcune varianti locali) come le sedi culturali delle Sette Sorelle, numero magico che da una parte rinvia alle virtù teologali, dall’altra parte al numero dei bracci dei candelabri giudaici. In verità sono posti ai vertici di un pentagono stellato che allude alla presenza dei Basiliani. Inoltre questi siti sono arricchiti dalla coesistenza di preesistenze pagane finanche protostoriche come nel caso del Megalitismo.
Consiglio questi itinerari:
1. Sessa Cilento - Monte Stella - Madonna del pizzo zonale e complesso megalitico della “preta ru lu mulacchiu” in Piano dei Grassi;
2. Novi Velia - Monte Sacro - Madonna del pizzo zonale - complesso megalitico del Manto della Madonna e menhir naturale denominato “a ciamba ru cavaddu”;
3. Piaggine - Sanza - Monte Cervati - culto in grotta - megalite “a preta re l’ommu”;
4. Moio della Civitella – Civitella - Madonna del pizzo zonale – phrourion eleate- megalite denominato “solco della fecondità”;
5. S. Giovanni a Piro - Madonna di Pietra Santa - pocce lattaie e proprietà taumaturgiche dell’acqua calcarea - Cenobio Basiliano di S. Giovanni;
6. Ascea - Monte Carmelo - Santuario della Madonna del Carmine - albero della vita.
Si parla spesso della longevità degli anziani del Cilento, secondo Lei qual è il segreto per vivere a lungo?
Il segreto per vivere a lungo è custodito proprio nello stile di vita di queste persone. Occorre, in primis, mangiare come loro, ovvero secondo la Dieta Mediterranea. I centenari del Cilento sono magri, si nutrono con moderazione prediligendo verdura, frutta e legumi. Trascorrono gran parte della loro giornata all’aria aperta e praticano una moderata attività fisica. Dovremmo, dunque, mangiare i cibi dei nostri nonni e trascorrere più tempo camminando nel verde e nella natura.
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