Tutti pensano che sia il Vesuvio il massiccio più alto della Campania. Sbagliato. Il primato regionale spetta al Monte Cervati che sfiora i 1900 metri d’altitudine. Sei pronto a scoprirlo con noi?
Il Monte Cervati fa parte di tutta una schiera di rilievi che come una molletta uniscono la Campania, la Basilicata e la Calabria. Rientra infatti nella catena montuosa dell’Appennino lucano che è il tratto che va dalla sella di Conza (tra Campania e Basilicata) al passo dello Scalone (in Calabria). Attraversa la zona del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, preservando peculiari caratteristiche selvagge e solitarie. Condivide la leadership di cima più alta della Campania con la vetta della Gallinola, nel Matese, confinante col Molise. Il Cervati si dirama nel comune di Sanza raggiungendo anche Monte San Giacomo e Piaggine. Dal Monte nascono importantissimi fiumi che rappresentano non solo una grande attrazione dal punto di vista paesaggistico ma anche una fonte economico-agricola per l’irrigazione dei campi. Tra i corsi più importanti: il Calore lucano ed il Tanagro, principali tributari del Sele, il Mingardo, il Bussento, il Torrente Peglio.
Come avrai avuto modo di intuire, per arrivare sul Monte devi prima raggiungere il paesino cilentano di Sanza. A questo punto noi di Yes Cilento, prima di addentrarti nell’esperienza di trekking che ti avvisiamo essere parecchio impervia, ti consigliamo di farti prima un giro per Sanza, un comune che, storicamente e come tanti altri, aveva contribuito strategicamente all’avanzata saracena al tempo degli Svevi e degli Angioini. Diventò successivamente possedimento di varie Signorie: per circa duecento anni è stato sotto il controllo dei potenti Sanseverino, dai quali nel 1498 passò ai conti Carafa di Policastro.
Per giungere ai piedi del Monte è fondamentale che tu prenda l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, imboccando poi lo svincolo Padula-Buonabitacolo. Prosegui in direzione Sanza percorrendo la variante SS517 per circa 10 chilometri. Imbocca l’uscita seguendo la direzione Sanza-Rofrano. Dopo circa 2 chilometri troverai un bivio. Svolta a sinistra, in direzione Rofrano. Dopo altri 2 chilometri, sulla destra, troverai il primo poggio della Madonna; imbocca la strada asfaltata e procedi con l’auto fin dove possibile.
A piedi potrai raggiungere il Rifugio che si situa a 1597 metri d’altezza, seguendo il sentiero storico della Madonna della Neve. Questa baita dispone di 24 posti letto organizzati in quattro camere con strutture a castello. Ideale per piacevoli soggiorni immersi nella natura o come importante tappa delle tue escursioni. Vi è anche il ristorante per assaggiare prodotti tipici del territorio. È doveroso avvisarti che la strada carrabile da Sanza al Cervati non passa per di lì.
Per progettare la tua ascesa fino alla vetta più alta della Campania ci sono svariati sentieri, non poco tortuosi.
Il sentiero “Alta Via del Cervati e degli Alburni” è il sentiero storico Madonna della Neve. Si snoda in tutto per 103 chilometri, e può richiedere mediamente 6 giorni per essere percorsa.
Un’alternativa può essere un passaggio spianato che parte da Sanza e conduce fino alla Cappella di Maria S.S. della Neve.
Un altro itinerario è quello che comincia e termina a Piaggine. È un percorso di trekking piuttosto difficile che dura dalle 5 alle 6 ore e che si svolge idealmente in un cerchio attraversando diversi punti: Fontana di Caciocavallo, Fontana degli Zingari sui 1552
metri d’altitudine, per poi proseguire verso il Rifugio del Monte Cervati (a 1597 m). Dopo una breve pausa potrai riprendere il tuo cammino verso il Santuario della Madonna della Neve sui 1900 metri.
Nei pressi del sito vi è il noto Giardino della Madonna. Una lesta scorsa alla Grotta della Madonna per poi avanzare verso la Nevera (1785 m), dove la neve, come ti fa capire già il nome, non si scioglie quasi mai. Qui si gode di una suggestiva veduta sui monti limitrofi, tra cui il Monte Stella e il Gelbison. Da qui disti “solo” un’ora e mezza dal punto di partenza e lungo questo tratto il panorama accoglie anche la Valle del Fiume Calore che abbraccia e comprende i territori comunali di Laurino, Piaggine, Valle dell’Angelo, Magliano Nuovo, Magliano Vetere, Felitto, Roccadaspide, Aquara, Castelcivita, Postiglione e Controne.
La flora del Cervati è conosciuta per ospitare lecceti, faggeti e soprattutto l’abete bianco. La vegetazione può sembrarti oggetto di un quadro di Caspar David Friedrich, invece sono i protagonisti assoluti del bosco che colora di verde o di bianco (a seconda delle stagioni) il Monte Cervati. Soprattutto ti colpirà l’attenzione l’abete bianco che ha una longevità di circa sei secoli e può raggiungere i cinquanta metri d’altezza; di una bellezza argentea, la sua corteccia si scurisce poi col passare del tempo.
Proprio questo tipo di albero rappresenta la dimora di fantastici volatili tra cui l’aquila e il nibbio, il gufo reale e il falco pellegrino. Lontre, rane, salamandre e lupi sono i maggiori ospiti della zona del Cervati.
Sul Cervati nasce il Bussento, uno dei più importanti fiumi del Parco Nazionale del Cilento. Sorge tra Caselle in Pittari e Sanza, dove scompare sottoterra, per poi ricomparire a Morigerati dopo 5 chilometri di “invisibilità”.
Nel comune di Sanza è situato il cosiddetto “affondatore di Vallivona”, uno dei fenomeni carsici più importanti del Sud Italia. Qui puoi concederti un’escursione guidata che ti permetterà di conoscere il sito naturale che è una grotta di attraversamento lunga circa cinquecento metri che si percorre con l’ausilio di torce elettriche. Una volta dentro lo scenario è strepitoso: si ha la sensazione della sua grandezza, della sua forma ellittica e dell’alta valenza naturalistica dell’ambiente circostante.
Il percorso parte dalla fontana nei pressi di Ponte Inferno, continua fiancheggiando il fiume Bussento e dopo circa un chilometro il tratto continua in salita per circa un’ora e mezza. La strada termina all’imbocco dell’affondatoio. Ancora dal Monte Cervati ha la sua sorgente il Calore lucano, distinto da quello omonimo che bagna Benevento. Il fiume era riservato a Teti, la dea che diede i natali all’eroe Achille.
Secondo te il monte più alto della Campania poteva non portare con sé un alone di mistero e di mistica? Certo che no. E infatti, come il Gelbison ha un’aura d’ascesi quasi impareggiabile, anche il Cervati presenta i suoi arcani custoditi nel Santuario di Santa Maria della Neve, protettrice del comune di Sanza. La tua destinazione si troverà a oltre 1800 metri e dovrai partire dall’Antico Sentiero che porta il nome omonimo della Madonna. Il sito si troverà in una grotta alle cui spalle sorge, come ti abbiamo già preannunciato, il Giardino della Madonna.
Ma da dove inizia il culto di Santa Maria della Neve? Da una leggenda che vede protagonista un cacciatore che prese di mira una colomba. Egli provò ad ucciderla, ma il volatile riusciva a evitare i suoi colpi. L’uccello all’improvviso sparì in una grotta tra i rovi. L’uomo lo seguì ma lo trovò appollaiato sulla base di un busto della Madonna sorridente. Il cacciatore, animato da ciò che aveva assistito, si buttò ai suoi piedi a pregare e ritornato alle falde del Monte raccontò a tutti l’episodio.
La tradizione popolare del luogo vuole che ogni anno, tra il 25 e il 26 di luglio, molti fedeli provenienti da moltissime parti del Sud Italia, ma non solo, si ritrovino per ricondurre la statua della Madonna in cima al Monte, percorrendo un tragitto di venti chilometri in salita. Il 5 agosto invece è il giorno in cui il monumento sacro torna di nuovo in paese per dar vita ai consueti festeggiamenti.
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