L’oasi WWF di Morigerati è un'area di circa 607 ettari in cui flora e fauna si incontrano, immerse nella bellezza della riserva naturale. Pronto a scoprire con noi questa meraviglia cilentana?
Devi sapere che questa zona protetta è stata istituita nel 1985. Comprende l'incantevole sito della risorgiva del fiume Bussento che, sprofondato circa cinque chilometri più a monte, nell’inghiottitoio “la Rupe” presso Caselle in Pittari, riemerge dal ventre della terra nel territorio di questo splendido borgo medioevale. Aperta tutto l'anno, con l'eccezione dei giorni di avverse condizioni meteorologiche, l'Oasi è visitabile dalle ore 10 alle ore 16 da novembre a marzo, mentre nei mesi estivi l'apertura è prolungata fino alle ore 19. Le mappe distribuite ai turisti e l'attenta assistenza di guide esperte rendono ancora più piacevole e istruttiva l'esperienza.
Scopo dell'Oasi del WWF è salvaguardare la biodiversità del territorio e mantenerne saldo l'assetto idro-geologico sul quale, già in passato, è intervenuta la mano umana. Il percorso della visita è facile e incredibilmente affascinante e noi di Yes Cilento ora te lo mostriamo.
Giunti lungo una mulattiera sul fondo del vallone, si accede alle grotte del Bussento, nella zona di Morigerati attraverso una scaletta di pietra e si osserva, dall’alto di ponticelli di legno, il suggestivo spettacolo di pozze, rapide e cascate create dal corso dell’acqua nella gola. L’ambiente della valle, delle gole e quello "ipogeo fluviale" sono popolati da una flora specifica e preziosa: muschi e felci, salici e ontani, lecci e frassini nei boschi circostanti; e, per quanto riguarda la fauna, lontre e istrici, gheppi, bianconi e corvi imperiali, granchi di fiume e variopinte salamandre.
All'interno delle cavità carsiche lo spettacolo che si offre agli occhi dei visitatori è di assoluta suggestione: la visione dell’acqua densa, potente e cristallina che sgorga e vortica impetuosa in fondo alle fenditure della roccia rappresenta un miraggio di bellezza che riconcilia con la dimensione più pura e profonda della natura. Il tragitto dura circa tre chilometri complessivi e si percorre generalmente in una mezz’oretta, non comprendendo le soste. Nei periodi più caldi, dove è necessario essere maggiormente idratati, lungo il cammino potrai usufruire di circa quattro fontane che ti daranno ristoro e ti rinfrescheranno.
Poco lontano dalle grotte del Bussento si trovano, infatti, altri due gioielli di questo piccolo lembo di terra nel cuore del Cilento più selvaggio: un mulino diroccato in funzione fino agli anni Sessanta, avvolto dalle edere, venato dai rampicanti e affiancato dal getto esplosivo di una cascata spumeggiante, e una ferriera “proto-industriale”, i cui ruderi sono ancora visibili, insieme a un pittoresco ponte medioevale “a schiena d’asino”, a una manciata di chilometri da Morigerati.
Il borgo di Morigerati è una miniatura di raffinata urbanistica medioevale. Una manciata di strade gira intorno al palazzo baronale, con lo splendido cortile alberato, e alla chiesa di san Demetrio, risalente al Trecento, con il caratteristico campanile a cipolla e il belvedere affacciato sulla frazione di Sicilì. Tranquillità e vicinanza al litorale rendono il borgo la meta ideale per quanti vogliono alternare al mare la quiete campestre. Organizzato come un “paese albergo” (le prenotazioni vengono gestite da un centro unico che smista poi i turisti presso le varie strutture), fa della ricezione e dell’ospitalità il suo punto di forza.
Il nome del paese deriva forse da “morgia”, termine indicante un’altura o una sporgenza rocciosa, oppure dal greco “muriké”, che designa l’arbusto della “tamerice”. Poche sono le notizie storiche sul borgo. Secondo la tradizione, Morigerati nacque come villaggio-fortezza dei Morgeti, antica popolazione italica stabilitasi tra il Bruzio e la Lucania intorno al 2000 a.C. e già scomparsa in età storica. Fonti più accreditate sostengono invece che il borgo fu fondato sul finire dell’VIII secolo dai monaci greco-orientali, fuggiti alle persecuzioni degli imperatori bizantini Leone III Isaurico e Costantino Copronimo e venuti a dare, tra i monti Pittari e Rotondo, una collocazione sicura alla venerata icona di san Demetrio. La storia di Morigerati racconta di vicissitudini piuttosto comuni ai paesi del Cilento interno: lotte, trame, contrasti, avvicendamenti di signorie dai Comite ai De Stefano ai Del Prete.
Il lavorio del tempo è evidente nelle graziose stradine acciottolate, nei vicoli angusti e contorti, nelle piazzette raccolte come covi, nelle corti dei palazzi gentilizi che si aprono a improvvisi splendori, sorprendenti raffinatezze di stemmi, portali, motivi ornamentali. La struttura carsica del territorio è attestata anche nell'architettura urbana dalle cosiddette “garavàtte”, profonde cavità erosive situate spesso nelle cantine delle case.
Tutto questo variegato, incandescente patrimonio di storia e civiltà trova il suo compendio nel Museo Etnografico agro-silvo-pastorale, autentico fiore all’occhiello del piccolo borgo. Fondato nel 1976 per iniziativa di due maestre elementari, le sorelle Clorinda e Modestina Florenzano, il museo raccoglie una serie di oggetti emblematici della civiltà contadina del Cilento, suddivisi per settori produttivi: biancheria e arredi domestici, bardature di cavalli e animali da soma, telai e strumenti per la lavorazione dei tessuti, utensili dei fabbri ferrai e dei maniscalchi, arnesi di falegnameria, attrezzi dell’agricoltura e della pastorizia, strumenti del legnaiolo e del carbonaio.
Tutto un mondo, prezioso e magico nella sua inesorabile lontananza, rivive in poche stanze “incantate”.
Se sei automunito giungere alla bellissima Oasi WWF del Bussento non è per niente difficile. Basta infatti imboccare l’Autostrada A3, Salerno-Reggio Calabria, e uscire all’altezza di Padula-Buonabitacolo. Da qui è fondamentale immettersi nella Statale 517 verso Sansa-Morigerati.
Esiste anche l’opzione bus con un servizio gratuito con cui, dal mare di Morigerati, una navetta ti porterà dritto a destinazione.
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