Nelle mura di Policastro è scritta l’antichità del Cilento. Il bagliore divino della civiltà greca, la potenza di Roma, il ginepraio – oscuro e suggestivo – delle vicende medioevali. Scopriamolo.

Tutto è legato indissolubilmente a un piccolo elemento della natura, nome e insieme simbolo e quasi “nume tutelare”, il bosso sempreverde che ha ispirato a fondatori, signori, abitanti e ospiti del borgo un’operosità indefessa, una vitalità indomabile che è giovinezza dell’anima. I Greci, primi abitatori, chiamarono il centro “Pixous”, i Romani lo ribattezzarono “Buxentum” (i nomi si equivalgono nel significato di “paese del bosso”). Durante il Risorgimento il paese offrì patrioti alla causa italiana: un pugno di nobili e contadini aderirono ai moti del 1848, poi alla sfortunata spedizione di Carlo Pisacane. Oggi Policastro “nuova” è un grappolo di case, negozi e locali cresciuto dalla strada statale fino al porto e al mare. La villa comunale e il cine-teatro, il fronte marino recentemente ridisegnato dicono di una vocazione turistica che si è aggiunta all'economia classica, basata sull'agricoltura e le attività commerciali.

Policastro Bussentino: il porto e il golfo

Policastro è una meta balneare apprezzatissima da tanti turisti per il suo mare limpido e pulito. La cittadina cilentana presenta un porto dal quale è possibile noleggiare gommoni o diversi tipi di imbarcazioni per raggiungere le suggestive baie come quella degli Infreschi oppure la nota Costa della Masseta. Le spiagge di Policastro Bussentino sono caratterizzate, come una sorta di discontinuità rispetto agli altri litorali cilentani, da sassolini e piccoli ciottoli. Anche il fondale marino risulta pieno di pietruzze ma è veramente poco profondo e di un colore bluastro unico. Lidi, chalet, bar, gazebo soddisferanno ogni tua richiesta o bisogno. Si trovano nell’immenso Parco Nazionale del Cilento. 

Devi sapere che Policastro Bussentino è una frazione di Santa Marina, comune caratterizzato dalla presenza di un castello di epoca normanna semi-abbandonato e dal convento di San Francesco a cui da poco sono terminate le opere di ristrutturazione. Questa località è incastonata in uno dei golfi più graditi di tutto il territorio, e non solo, che è il golfo di Policastro. L’insenatura va dalla Campania, per la precisione da Punta degli Infreschi, e si estende oltre la Basilicata finendo nel litorale calabro di Cosenza.

Alcune spiagge del golfo di Policastro

La lista delle spiagge più belle e stimate dai bagnanti nel golfo di Policastro sono davvero tante. Noi di Yes Cilento te ne consigliamo qualcuna davvero da non perdere.

In cima all’elenco annota Cala Finocchiara nella zona di Palinuro-Marina di Camerota. Denominata anche Spiaggia del Troncone, è uno dei pochi arenili in cui è concesso anche il nudismo. L’attrattiva principale è però l’elevato standard di purezza dell’acqua e il fondale basso.

Come la spiaggia di Policastro Bussentino anche quella delle Cammarelle è ricca di scoglie, sassolini e pietrine che potrebbero darti fastidio. Ma questo “malessere” sarà ben presto sostituito dalla vista e dall’accoglienza delle acque di quest’arenile che giocano le diverse tonalità di blu. Si trova nei pressi di Sapri, altro polo turistico-balneare famosissimo in tutto il Sud Italia.

Policastro Bussentino: ancora un po’ di storia

Come prima ti abbiamo raccontato Policastro Bussentino è stato un centro veramente importante per le popolazioni antiche. Una lapide incastonata nella torre campanaria della cattedrale rievoca una storia tragica: dopo averla esiliata a Ventotene e poi a Reggio Calabria, l'imperatore romano Augusto trasferì a Buxentum la figlia Giulia Drusilla, colpevole di condotta “licenziosa”, e qui la lasciò morire di stenti nel 13 dopo Cristo. Quattro secoli più tardi la città diede i natali a Flavio Libio Severo, imperatore e pontefice massimo tra il 461 e il 465, strenuo difensore di Roma contro gli assalti dei Vandali e degli Alani. All’alba del medioevo Bussento si trasformò in Policastro, “cumulo di fortezze”. Presidio longobardo, contea normanna, il paese fu distrutto da Roberto il Guiscardo e ricostruito dal figlio Ruggero II. Di qualche secolo successivo risale la cattedrale di santa Maria Assunta, gioiello di arte romanica, che costituisce - insieme alla piazza antistante e al vicino, dismesso seminario vescovile - il cuore del centro storico di Policastro. Per tutto il XVI secolo le scorrerie dei pirati turchi, condotti dai famigerati capitani Khair-ed-din Barbarossa e Dragut Rais Bassà, costrinsero la popolazione a rifugiarsi sui colli dell’interno, dove crebbe e prosperò il villaggio di Santa Marina

Fondato dai monaci basiliani prima dell'anno mille, il centro aveva già accolto i profughi di Policastro dopo il sacco di Roberto il Guiscardo: si sviluppava intorno a una chiesa di rito greco, convertita poi alla liturgia romana dai Normanni, e fu capoluogo prima di una contea e poi di un vasto feudo in alternanza con la città costiera. Abitato, in ultimo, da un ramo della famiglia napoletana dei De Curtis (la stessa del principe della risata Totò) ne conserva ancora lo stemma: uno scudo a bande bianche e azzurre nella parte inferiore e una mezzaluna crescente sullo sfondo del cielo azzurro nella parte superiore.

Policastro Bussentino: cosa vedere

Le fortune di Policastro sono estremamente legate al corso d’acqua Bussento, l’incantevole Bussento, che sfocia largo e placido poco a nord dell’abitato, dopo un corso tortuoso reso unico da un tratto sotterraneo di circa 5 chilometri, fra l'inghiottitoio "Utimare" di Caselle in Pittari e la risorgiva di Morigerati, riconosciuta nel 1985 "oasi del WWF" per il suo suggestivo sistema di grotte carsiche. Un vincolo profondo, sotterraneo anch'esso, continua a legare Policastro ai ritmi della natura. Il borgo vecchio, racchiuso entro le mura medioevali a mezza via tra il mare e la collina, è un rifugio del tempo contro il tempo. Archi, portali, palazzi e cortili fioriti si abbracciano stretti e respingono ogni affronto, ogni moda, ogni lusinga delle età che trascorrono.

Inoltre non puoi perderti la chiesa consacrata a Santa Marina (che dal Seicento ne custodisce alcune reliquie) e il vicino palazzo Maccarone, maestoso e ornato di rampicanti, formano il cuore storico del borgo, in mezzo a un ricamo di anse e vicoli che tradiscono l’antica funzione di riparo dagli assalti di predoni e invasori.

Policastro Bussentino: dove si trova e come si arriva

Devi sapere che Policastro si trova verso la punta finale della Campania. Gode di una stazione ferroviaria se la tua scelta è quella di prediligere il treno

Per gli automuniti è fondamentale imboccare l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria e prendere l’uscita Padula Buonabitacolo. Seguire la SS517 e procedere verso Sapri. Ti troverai nel golfo di Policastro e da lì potrai raggiungere tutte le località che si affacciano lì. Da Napoli sono circa due ore e mezzo di viaggio.

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