Un luogo senza tempo dal fascino antico: scopri insieme a noi il Vallo di Diano, un territorio straordinario ricchissimo di natura, cultura, storia e tradizioni.
Tra gli altipiani del Cilento e l’Appennino lucano, c’è un luogo in cui natura e cultura si incontrano creando un’armonia antica e delicata. Un legame saldo che arricchisce chi da queste parti vive preservando la forte connessione con la terra e i mestieri a essa correlati. È il Vallo di Diano, un’area protetta tesoro di biodiversità. Fa sfoggio di una varietà di paesaggi e specie animali e vegetali che la rendono unica nel suo genere. Una molteplicità e ricchezza grazie alla quale è tutelata dall’Unesco. Qui la storia umana ha lasciato tracce di civiltà passate il cui retaggio fa ormai parte del DNA di questa terra.
È un luogo da scoprire, apprezzare e valorizzare. E per iniziare a farlo, puoi cominciare adesso.
È un altopiano fertile e rigoglioso, il Vallo di Diano. Inserito nella rete della Riserva della Biosfera Mab-Unesco nel 1997 prima di diventare Patrimonio dell’Umanità nel 2002, è realmente uno dei territori più sorprendenti che ti capiterà di esplorare in Cilento. Merito, dicevamo, dell’ampio spettro paesaggistico e culturale e dell’inevitabile fascino che esercitano luoghi tanto maestosi e primitivi.
Primitivi, perché già con quel nome un “po’ così” sembra evocare tempi lontanissimi e civiltà dimenticate. Del resto, come attestano i ritrovamenti archeologici più antichi, la presenza umana nella zona risale addirittura al Paleolitico. Da queste parti passarono Romani, Visigoti e Longobardi. Fu terra di santi e briganti, di templi e monasteri, di boschi e uliveti. Dall’incontro di tempi e popoli sorsero abbazie e comunità religiose, dal passaggio di re e condottieri, leggende e ballate.
Scoprirli, questi itinerari spesso poco battuti che si allungano attraverso una regione nascosta e, per certi versi, sfidante, è un’esperienza quasi mistica di comunione con un territorio in cui passato e presente paiono formare un tutt’uno. Il Vallo di Diano pullula di sentieri che ti accompagnano nell’altro volto del Parco Nazionale del Cilento, quello in cui l’elemento acquatico si declina nell’impeto di fiumi e ruscelli, il verde in una vegetazione che sa essere ordinata e gentile, la nuda roccia in grotte intarsiate che paiono scolpite.
E poi, le tradizioni, marchio identitario e orgoglio popolare. Mescola tutti questi elementi e otterrai un tesoro stupefacente.
Nel Vallo di Diano il passato si fa presente. È un luogo dove antiche civiltà hanno lasciato impronte indelebili sulle pietre e sui monumenti che ancora oggi raccontano la loro storia. Qui si respira, la storia: dai reperti megalitici alle testimonianze della cultura greca, dai segni della romanizzazione ai castelli medievali.
Nei secoli, fu teatro di lotte e conquiste, di violenze e distruzioni, ma anche di sviluppo, cultura, bellezza. La stessa bellezza che avrai modo di toccare con mano visitando i territori del Vallo di Diano, un Geoparco Unesco dal 2010. A partire dall’osservazione di quella stratificazione cromatica e multiforme resa dalle numerose grotte che lo solcano e che sono un’attrattiva irrinunciabile per chi cerca un certo tipo di turismo ambientale e vuole vivere esperienze intense nella natura.
Tra i paesi, poi, si incontrano gemme nascoste e monumenti grandiosi. Li raggiungerai attraversando valli profumate come un fiore, l’orchidea, che regna in quel museo en plein air che è Sassano. Gustando i sapori ricchi della cucina locale, dove a dominare sono pregiati Presidi Slow Food come il carciofo bianco di Pertosa, i fagioli di Casalbuono e la salsiccia e soppressata del Vallo di Diano. Visitando musei poco conosciuti oltre i confini cilentani depositari di reperti, aneddoti, fatti, storia e storie vecchi di migliaia di anni, come il Museo Civico a Montesano sulla Marcellana. Partecipando agli eventi e alle sagre che sanno coinvolgere con leggerezza, allegria e intelligenza. Scoprendo usanze locali e fatti bizzarri. Per esempio, che una sola frittata si prepara con mille uova…
La Certosa di Padula dedicata a san Lorenzo è tra i gioielli più preziosi del Vallo di Diano e di tutto il Parco. Realizzata tra il XIV e il XVIII secolo, è uno dei più grandi complessi monastici in Europa.
Non c’è rotta e itinerario che non conduca in questo mastodontico Patrimonio Unesco (ben 51.500 metri quadri) custode di segreti, tradizioni e opere d’arte. Se sei di passaggio ad agosto, fermati per assistere a una singolare rievocazione storica: in scena, la preparazione di una mega frittata, omaggio a quella servita — si narra — all’imperatore Carlo V dai monaci cistercensi. Un ultimo sguardo alla corte esterna della certosa e poi via verso nuove tappe e nuovi tesori sconosciuti.
A Teggiano, borgo incantevole nel cuore del parco nazionale, il viaggio continua lungo il labile confine tra passato e presente. Prende le sembianze di un percorso tra belle chiese e dimore storiche, con il romantico castello e le piazze accoglienti a fare da sfondo a racconti di intrighi e leggende.
Attraverso la distesa agricola suggestivamente incorniciata dal verdeggiare dei boschi che prende il nome di Vallo di Diano, le attività da fare si dividono tra prettamente culturali, fatte di abbazie, castelli e musei da visitare, e avventure all’aria aperta.
E sarà ugualmente emozionate trovarsi al cospetto dei resti delle mura megalitiche ad Atena Lucana, scendere nelle viscere della terra a Pertosa, o ancora stendersi su un prato fiorito a Sassano. E poi, ci sono i borghi, antichi custodi della memoria del luogo.
A comporre il Vallo di Diano, una cintura di quindici comuni, ognuno con una storia da raccontare, un segreto da svelare, un gioiello nascosto che aspetta solo di essere mostrato per brillare più che mai.
Dall’aria di maestosità che si respira dalle parti di Padula, si passa alle atmosfere medievali della città museo di Teggiano. E ancora, Polla, dove potrai visitare il Convento di Sant’Antonio; il borgo “serrato” tra i monti di Serrone presso Sant’Arsenio; San Pietro al Tanagro; e San Rufo, con gli scenografici ruderi del castello medievale.
Ti immergerai nelle terme di Montesano per un bagno rigenerante in mezzo alla natura per poi riprendere il cammino. Magari verso le pendici del monte Cervati e il grazioso paese di Monte San Giacomo.
Continuerai a vagare educando la vista a panorami nuovi e vari che lasciano senza fiato, da quelli rocciosi di Pertosa ai floreali di Sassano.
Ripercorrerai i passi di Garibaldi a Sala Consilina, antichissima cittadina le cui origini si perdono nella notte dei tempi, per poi rispolverare il passato remoto di Atena Lucana, un piacevole centro ricco chiese, santuari e reperti archeologici.
Dopo aver visitato quella piccola meraviglia che è la Cappella di Santa Maria degli Angeli di Buonabitacolo, assaggerai la tipica zuppa locale di legumi e cereali, la cuccia. E alla vista di Casalbuono, arroccato su un colle lungo la valle del fiume Calore, potrai già immaginare le fattezze dei vicoli antichi che la intarsiano intorno all’antico castello baronale.
Non è finita qui, perché alle porte di Sanza ti aspetta un trekking incredibile all’Inghiottitoio di Vallivona, una cavità rocciosa che catapulta l’escursionista in uno scenario da foresta pluviale.
E anche ora, dopo aver toccato tutti i borghi del Vallo di Diano, averne esplorato i paesaggi, assaggiato i sapori e inalati gli odori, non puoi dire di aver visto tutto: prima, dovrai calarti nelle sue viscere.
Terra di mare e boschi, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Sì, ma anche di grotte. Tutta l’area del parco nazionale è intessuta da un reticolo di cavità e corridoi sotterranei dove la roccia assume forme inattese e fantasiose. Luoghi in alcuni casi abitati fin da epoche remote che hanno lasciato un corredo di reperti antichi quanto l’uomo.
E così, dalla costa all’entroterra, cunicoli e anfratti ridisegnano un mondo sensazionale e sconosciuto alla luce del sole. Lo raggiungerai rincorrendo il brivido dell’ignoto verso rotte misteriose di infinito fascino.
Alcuni degli antri più belli si insinuando creando sentieri spettacolari nel ventre del Vallo di Diano. Alle Grotte di Pertosa-Auletta ti attende un’esperienza unica ed emozionante nelle profondità della terra. Un particolare sistema di illuminazione dona ancora maggior risalto allo spettacolo di colori e forme plastiche di migliaia di stalattiti e stalagmiti. Alcune sono così così vicine che paiono “baciarsi”. È il cuore più profondo dei Monti Alburni e, se vorrai addentrarti, la ricompensa sarà fatta di trepidazione e unicità: sono le uniche grotte in Europa dove avrai modo di navigare un fiume sotterraneo e ammirare i resti di un insediamento di palafitte del II millennio a.C. Bellezza profonda.
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